Scacco Matto
Sono nato a Rockaway,sotto Brooklyn, in un lembo di terra che sembra un dito largo e teso nell’ Atlantico.
Non ricordo donna che m’ abbia custodito d’ amore l’ infanzia e i primi incanti.
Ma è stato bello crescere dietro una siepe, ogni giorno l’ oceano negli occhi,
bello come scovare orgoglio malnascosto nella faccia italiana di mio padre
la volta in cui entrai a casa con il primo stipendio da contabile.
Volle giocare una partita a scacchi e fumando due sole sigarette,
fece che lo battessi senza scuse su una mossa di torre e di regina.
Concluse che dovevo sempre stare attento alle torri,
comunque infide nei loro movimenti lunghi su un percorso di croce bianco e nero.
“Infide” disse serio il mio vecchio
E ricordavo la parola sorridendo di martedì quell’ undici settembre
Mentre correvo a lavorare per Manhattan.
E il suo monito posso riconoscere ora che sono polvere dispersa da un lampo osceno,
polvere abbandonata fra altre polveri scomposte sotto un marciapiede divelto,
a fianco della foglia dove mio padre non potrà mai trovarmi,
nemmeno per tenermi la mano degli scacchi.
Ero di Rockaway e non ho avuto amore né conforto di donna:
una adesso ne venga e chieda agli iris bianchi
di fiorire nel nome mio indistinto, cancellato.
And I'm off to bed. Let me know if anyone got that. I have to re-read it myself. I was supposed to do a homework on it quite a while ago but I'm getting to it now.
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